All'interno delle vecchie mura cittadine, con una forma quasi circolare, c'è il centro storico, oggetto negli ultimi anni di una riscoperta e rivalorizzazione che è tutt'ora in corso, nelle cui stradine è possibile trovare angoli molto suggestivi.
Nel centro storico troviamo la Chiesa di Santa Chiara. La chiesa è parte di un monastero di clausura la cui contrastata edificazione risale, a quel che risulta, ai primi decenni del 1600: iniziato intorno al 1621, l'edificio è completato nel 1667 con la costruzione della chiesa di S. Chiara.
La fabbrica è a pianta centrale allungata e presenta, sui due lati, quattro cappelle (con altari decorati con stucchi di età barocca) di cui una, quella del Crocifisso, pare sia appartenuta alla famiglia Molignani.
Oltre a reliquiari intagliati nel legno, la chiesa era dotata (attualmente, dopo la chiusura al culto per effetto dei danni prodotti dal terremoto del 1980, arredi e opere d'arte, quando non già trafugati, sono variamente dislocati) di pregevoli tele attribuite al pittore bitontino Carlo Rosa : una raffigurante la Natività, un'altra Sant'Oronzo e, sull'Altare maggiore, una tela raffigurante la Madonna con il Bambino fra i Santi Francesco e Chiara.
Il pavimento antistante l'altare maggiore, realizzato in ceramica napoletana, presenta un elegante elemento ornamentale raffigurante un pellicano che si ferisce il petto per nutrire i figli.
La facciata è bipartita in due sezioni: quella inferiore in dorico fiorito, sormontata da una trabeazione con metope decorate con maschere e immagini floreali, e quella superiore in ionico. La chiesa che, come si è già detto, faceva parte del monastero di clausura, nel 1888 fu affidata alla Confraternita dell'Immacolata Concezione.